IL FALÒ DEI VALDESI A BOBBIO PELLICE

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di IVO BLANDINO ed ENRICO ALLAIS

BOBBIO PELLICE – Da 175 anni , la sera del 16 febbraio, le Valli pinerolesi Germanasca, Chisone e Pellice (i tre fiume che scorrono lungo la valle), sono illuminate da centinaia di Falò che rischiarano la notte e sono visibili anche dalla pianura di Torino.

La tradizione dei fuochi, ricorda la data storica del 17 febbraio del 1848, quando il re di Piemonte e Sardegna Carlo Alberto sospinto dalle idee illuministe dei marchesi Roberto e Massimo d’Azeglio e Cavour, firmò le “Lettere Patenti era il tanto sospirato Editto di Emancipazione ai suoi sudditi di confessione religiosa valdese ed il 29 marzo ai sudditi ebrei (che allora venivano chiamati israeliti ) l’annuncio giunse alle Valli da Torino e fu lo studente in teologia a Ginevra J. J. Paranden che a piedi raggiunse San Germano e portò la notizia è così i valdesi accesero fuochi di gioia e fecero suonare le campane, in questo modo si comunicarono la tanto sospirata libertà ricevuta.

Fino allora i cittadini valdesi ed israeliti non potevano accedere alle scuole superiori come università e gradi militari, era loro vietato di uscire dai loro ghetti , erano considerati cittadini di secondo grado, con l’Editto di Emancipazione cessavano secoli di cruenti persecuzioni contro Valdesi ed Ebrei, colpevoli di professare un credo contrario alla maggioranza della popolazione e la regnante Casa Savoia non fu di certo tollerante .

A dire il vero questa non fu la libertà di professare il proprio culto, fu solo il 21 febbraio del 1984 che furono cancellate le famigerate leggi fasciste sui “culti ammessi” e che lo stato italiano si degnò (dopo anni di discussione in parlamento), di firmare l’intesa con la chiesa Valdese e sarà proprio questa Intesa che sarà strumento di apripista per le successive Intese con tutte le altre confessioni in Italia.

Alle Valli Valdesi , Il 17 febbraio è diventata così una festa popolare a cui oltre alle comunità valdesi, sono coinvolte la popolazione cattolica, le autorità cittadine, politiche e militari e da alcuni anni sono invitati in uno spirito ecumenico il vescovo di Pinerolo ed i sacerdoti della diocesi cattolica che prendono parte sia alla sera ai fuochi che al culto del mattino, al pranzo e a tutte le altre attività della giornata La festa come detto ha inizio la sera del 16 con la’ccensione dei fuochi a cui partecipa la comunità, la corale e la scuola domenicale.

Al mattino del 17 c’è il il corteo per le vie del paese che si apre con la bandiera valdese e la bandiera del tricolore, la banda musicale , i bambini le donne con loro tradizionale costume valdese e dopo aver attraversato tutto il paese , tutti si recano al tempio per partecipare al Culto solenne di ringraziamento a Dio, al termine della funzione religiosa in chiesa, la comunità oppure le singole famiglie si preparano per il tradizionale pranzo con l’immancabile “supa barbetta”, per l’occasione vengono sempre invitati degli ospiti particolari che dopo intrattengono i commensali per una chiacchierata, quindi la festa termina alla sera al teatro valdese del paese con una rappresentazione teatrale.

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