dal COMITATO TRENO VIVO VAL PELLICE
PINEROLO / TORRE PELLICE – Abbiamo appreso da un settimanale del Pinerolese che i sindaci dei Comuni toccati dalla linea Pinerolo-Torre Pellice hanno elaborato una proposta per trasformare il sedime ferroviario in una corsia dedicata per pullman “green” e che tale proposta è stata presentata all’Assessore regionale ai trasporti lo scorso 4 marzo.
È una proposta radicalmente diversa dalla richiesta di riattivazione della ferrovia contenuta nella delibera del 26.1.2017 del Consiglio dell’Unione Montana, che era stata assunta dopo un approfondito dibattito. Questa volta invece non ci risulta che ci sia stata alcuna discussione nella giunta o consiglio dell’Unione, e nelle giunte o consigli dei Comuni interessati.
Neanche il Comitato Treno Vivo è stato consultato, così non abbiamo potuto illustrare la nostra proposta, che non prevedeva il ripristino della linea come era nel 2012, ma un servizio più articolato, capillare, efficiente, e neppure ci è stato chiesto un parere sull’idea del bus sul sedime ferroviario.
Restiamo convinti, come gli esperti che abbiamo sentito in questi anni, che disponendo di una ferrovia elettrificata e di un ampio bacino di utenza potenziale, la soluzione del treno sia la migliore, anche per diminuire i consumi di energia e per rispondere all’emergenza climatica. Ma dobbiamo purtroppo tenere conto di alcuni recenti fatti che vanno contro la nostra posizione:
- Con l’affidamento del SFM a Trenitalia sarebbe ben difficile avere un servizio migliore che in passato.
- Il direttore dell’AMP ha prospettato tempi burocratici lunghissimi (3-4 anni) per la riattivazione.
- Il nuovo Assessore ai trasporti della Regione è decisamente contrario alla ferrovia.
Quindi riconosciamo che treni efficienti sarebbero migliori di un bus in sede propria, ma che, in assenza di riattivazione della ferrovia, un filobus in sede propria sarebbe meglio dei bus sulla provinciale. Parliamo di filobus perché alcuni anni fa era stata elaborata l’ipotesi di utilizzare i pali della linea aerea della ferrovia e una parte degli impianti elettrici per attivare un servizio di filobus. Tenendo conto che i moderni filobus possono viaggiare per brevi tratti anche staccati dalla linea aerea, e che solo mezzi a trazione elettrica permettono di ridurre l’emissione di gas serra, non sarebbe il caso di approfondire questa ipotesi? Ma ci sono altre domande che vorremmo porre.
Si pensa di acquistare il sedime ferroviario o di ottenerlo in concessione da RFI? A quale prezzo? Quanto costeranno gli interventi di trasformazione del sedime ferroviario e l’acquisto di nuovi bus elettrici o filobus? Non c’è il rischio che l’ammortamento dei costi di cantiere, uniti ai costi della concessione da RFI e alle spese di gestione del servizio con i bus, risultino maggiori dei costi di gestione della linea ferroviaria?
Senza un approfondimento degli aspetti economici, normativi e tecnici, la proposta di far viaggiare i bus (o le biciclette) sul sedime della ferrovia rischia di essere un modo per perdere altro tempo in progetti che non verranno mai realizzati, e per ottenere la dismissione di una ferrovia che fra vent’anni, quando le automobili e i bus che emettono gas serra saranno solo un ricordo, si rimpiangerà di avere abbandonato.
Già in data 11 marzo 2020, ebbi modo di inviare la seguente lettera agli illustrissimi Signori Sindaci di tutti i Comuni toccati dalla tratta Pinerolo – Torre Pellice, estremi compresi:
Illustrissimi Signori Sindaci,
apprendo da un articolo comparso lo scorso venerdì 6 marzo 2020 sull’Eco del Chisone che la Spettabile Amministrazione Regionale non è per nulla interessata a contribuire con fondi propri a finanziare il ripristino della circolazione regolare sulla tratta ferroviaria compresa tra Pinerolo e Torre Pellice, ma, al contrario, si sta favoleggiando con proposte quanto mai balzane relative ad una pista per circolazione di autobus elettrici su sede propria, impiegando il sedime di una ferrovia di cui qualcuno auspica lo smantellamento. Questo non fa altro che accentuare una manifesta avversione nei confronti del mezzo più sicuro ed ecologico e che dovrebbe costituire il cardine dei trasporti terrestri da parte di molti Pubblici Amministratori, i quali sembrerebbero essere, al pari di molti altri Cittadini, asserviti al mondo della gomma, troppo spesso adoperata come serbatoio elettorale da una parte ed impropriamente come unico mezzo, specie privato, per puro egoismo dall’altra. Va da sé che quanto faticosamente costruito dalle generazioni passate, sull’onda di quanto iniziato da una personalità lungimirante come Sua Eccellenza il Signor Camillo Benso, Conte di Cavour, non debba essere assolutamente disperso, ma, anzi, dovrebbe essere adeguatamente conservato e migliorato, al fine di dotare il territorio di una rete di trasporti sicura, ecologica, affidabile e sostenibile e questo si può fare solo assegnando il posto d’onore alla ferrovia: un sistema antico per data d’invenzione, ma che ha saputo evolversi ed affrontare le sfide dei tempi moderni, senza ricoprirsi di quella patina d’obsolescenza che qualcuno vorrebbe gettarle addosso.
È bensì vero che, per recarsi da Pinerolo a Bricherasio ed oltre, allo stato attuale delle cose sia necessaria una manovra d’inversione: un limite questo dovuto all’aver realizzato lo scalo Pinerolese, al pari di molti altri, come stazione di testa, in un’epoca in cui i tempi d’inversione erano trascurabili rispetto ai tempi complessivi dei viaggi, ma è altrettanto vero che vi sono diverse possibilità di ovviare a questo inconveniente, dallo spostamento della stazione principale della Città di Pinerolo in direzione di Torino, dove oggi è posta la stazione di Pinerolo Olimpica, lasciando l’attuale per quei soli treni che abbiano capolinea a Pinerolo, riservando l’interscambio per la Val Pellice alla nuova stazione, fino alla realizzazione di un passante sotterraneo, con scalo sufficientemente ampio e sovrastato dal piazzale dedicato agli autobus, soluzione questa costosa, però possibile, grazie alle possibilità offerte dalla tecnica moderna. Analogamente, dall’altro capo, la linea potrebbe essere prolungata fino a Bobbio Pellice, seppur con pendenze non proprio amichevoli, così come il rimpianto ramo Bricherasio – Barge potrebbe essere ricostruito e prolungato in direzione di Saluzzo, servendo un’areale fortemente antropizzato: l’unico imbarazzo riguarderebbe la scelta in merito a privilegiare Bagnolo Piemonte o Cavour, avendo pressoché lo stesso numero di abitanti, a meno di non spostare il bivio a livello del ponte sul Chisone, per poi raggiungere Osasco, Cavour, Bagnolo Piemonte, Barge e, da lì, proseguire verso Saluzzo.
L’argomento non riguarda espressamente la tratta terminale della linea che si dirama da Torino Lingotto, tuttavia è doveroso ricordare che, da Airasca, si diramava una linea diretta a Cuneo, linea purtroppo, sopravvissuta, ancorché sospesa all’esercizio nella tratta meridionale oltre Saluzzo, formalmente dismessa nella tratta settentrionale e smantellata da Airasca a Moretta, sopravvivendo i binari nel breve tronco residuo solamente perché serviva un raccordo per le ormai defunte officine che, a Moretta, avevano sede. Ufficialmente, la dismissione, è stata giustificata da scarso traffico, così come la sospensione oltre Saluzzo, ma, allora, viene da domandarsi il motivo per il quale, sullo stesso percorso Airasca – Saluzzo – Cuneo, si mediti addirittura la costruzione di un’autostrada: forse le autostrade hanno giustificazione ad essere progettate e costruite anche indipendentemente dai veicoli che le andranno a solcare, peraltro senza tener conto del maggior consumo di suolo a parità di volume di traffico? Su quel sedime, è stata realizzata una pista ciclabile, ma l’intento, di per sé lodevole, poiché mira ad offrire la possibilità di praticare attività fisica e, contemporaneamente, godere degli splendidi panorami Pedemontani, è stato perseguito in maniera errata, in quanto si sarebbe potuta realizzare la pista ciclabile, per quanto possibile, in affiancamento ai binari, come già capita in altre Nazioni caratterizzate da una più lungimirante politica dei Trasporti e, comunque, così si dovrà fare allorquando vi sarà l’auspicabile ricostruzione della linea, ovviamente, con le dovute migliorie, pensando anche a soddisfare le esigenze di trasporto merci da e per gli insediamenti industriali di Torre San Giorgio. Infatti, la situazione locale è diversa da quella della Riviera Ligure di Ponente, dove la pista ciclabile corre lungo un tracciato abbandonato in favore di una variante, seppur di scarsa utilità per i movimenti su breve distanza: laggiù sarebbe stato più opportuno raddoppiare in sede il vecchio tracciato, interrandolo nell’attraversamento dei centri urbani, operazione questa agevole, grazie alla possibilità di aprire scavi a cielo aperto per poi essere sottominati, per poi avere una metropolitana di tutto rispetto, volta a snellire il cronico intasamento delle strade.
Qualcuno potrebbe obiettare che il ritorno del treno comporterà lunghe attese ai passaggi a livello, ma si tratta di un falso problema: se il traffico ferroviario non è molto intenso, una saggia gestione delle circolazioni, con formazione degli itinerari a tempo debito, peraltro agevolata dai sistemi di comando e controllo centralizzati, non comporta lunghe attese; se, invece, come sarebbe raccomandabile, il traffico aumentasse, vi sono innumerevoli possibilità di provvedere con sovrappassi o sottopassi o, se necessario, itinerari alternativi di lunghezza media confrontabile con quelli forzatamente interrotti. Comunque, ci si pone spesso, da un punto di vista che antepone le esigenze della gomma a quelle del ferro, mentre la priorità dovrebbe essere invertita e si dovrebbe lavorare affinché il ferro abbia la maggior quota parte nella redistribuzione modale.
Mi pregio di comunicarVi che nella stessa giornata di venerdì 6 marzo, ho inviato il seguente scritto alla casella postale elettronica certificata dell’illustrissimo Signor Assessore Gabusi, che ha la delega ai Trasporti, nella speranza che legga, poiché, in una riunione tenutasi nella Sala Consiliare della Provincia di Asti, quando ancora, da Sindaco di Canelli, la presiedeva, negò assolutamente di avere ricevuto comunicazioni, peraltro inviate con lo stesso mezzo, relative alla zona dell’Astigiano, salvo sbiancare al momento in cui ebbi a distribuirne copia a tutti gli intervenuti.
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Nel numero odierno dell’Eco del Chisone, è stato pubblicato un articolo qui sotto trascritto:
La Regione Piemonte non ritiene prioritario ripristinare la linea Pinerolo – Torre Pellice e quindi non intende finanziare il ripristino della linea. È quanto ha spiegato, mercoledì incontrando i Sindaci interessati alla tratta (presenti anche i consigliere regionali Marin, Canalis e Sarno), l’Assessore Regionale ai Trasporti Gabusi, che lo ha poi ribadito rispondendo alle domande dell’Eco del Chisone (intervista integrale sul prossimo numero). La Regione non intende finanziare il ripristino da parte di RFI (la società che gestisce la manutenzione delle reti ferroviarie) per cui la tratta non verrà inserita nel contratto di servizio del nuovo gestore del sistema ferroviario metropolitano, Trenitalia – ci spiega l’Assessore che, poi, assicura – L’incontro con i Sindaci è stato cordiale, ho riscontrato, da parte loro, comprensione per la scelta della Regione e si è ragionato su possibili alternative. Come anticipato sul numero in edicola dell’Eco del Chisone, i Sindaci si sono dati disponibili a produrre un progetto di massima per realizzare sul sedime una pista dedicata per bus su gomma a basso impatto ambientale, progetto a cui dovrebbero lavorare il Politecnico ed il Centro ACEA per l’innovazione tramite il collegato consorzio CPE. È un progetto di estremo interesse su cui la Regione sarebbe disposta a investire – sottolinea Gabusi.
Su questa svolta dovrebbe esprimersi con un comunicato il Comitato Treno vivo, che, ieri, ha partecipato ad un incontro in Municipio a Torre Pellice.
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Da circa otto anni, si è lasciato marcire un cospicuo patrimonio, gettando alle ortiche circa un terzo della rete ferroviaria Piemontese – la linea in questione, tra l’altro, è elettrificata e, quindi, almeno in loco, non inquinante – per poi dire che non ci sono quei fondi che, miracolosamente, compaiono per una pista dedicata agli autobus. Questo conferma la fin troppo nota predilezione per gli autobus da parte di quelle persone che dovrebbero fare in modo tale da adoperarli in maniera intelligente, cioè come raccoglitori e distributori nei confronti del treno o nelle zone in cui questo non arriva. Auspichiamo una dura presa di posizione da parte delle popolazioni interessate e dei loro rappresentanti, nonché un cambio di rotta da parte di Palazzo Lascaris. Stante il numero di viaggiatori che usufruiscono del trasporto pubblico su questa tratta, la decisione dei Pubblici Amministratori è quanto meno avventata e dà adito a non pochi sospetti in merito ad un servilismo nei confronti del mondo della gomma. Caso mai, si dovrebbe perseguire il riassetto della ferrovia nella Città di Pinerolo, affinché i treni che percorrono la tratta Riva – Bricherasio effettuando fermata a Pinerolo non debbano eseguire la doppia manovra di retrocessione per motivi impiantistici: le soluzioni non mancano, ivi compresa quella di abbassare il livello della linea e farla proseguire verso la Val Pellice sottopassando il centro storico e, pertanto, mantenendo un piazzale di adeguate dimensioni e vicino ai principali luoghi d’attrazione, soluzione questa che consente di eliminare molti passaggi a livello, seppur a prezzo di maggiori costi economici. Superfluo osservare che ad avere maggior vantaggio saranno i Signori Viaggiatori provenienti da Torre Pellice, Luserna San Giovanni, Bibiana e Bricherasio e diretti verso Torino ed oltre.
Distinti saluti.
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Ho ancora un piacevole ricordo di un mio soggiorno nelle Vostre zone da domenica 13 ottobre 1996, con partenza la domenica successiva: la mia presenza era dovuta alla partecipazione ad un seminario sulla Musica per Organo ed Orchestra, organizzato dalla Scuola di Valle, diretta dal M.o Walter Gatti, con la collaborazione della M.a Letizia Romiti e dell’Orchestra Sinfonica dell’Università di Bamberg, diretta dal M.o Michael Goldbach. Alcuni erano alloggiati alla Foresteria Valdese di Torre Pellice, altri presso un Agriturismo a Villar Pellice, dove si sono tenute molte prove, mentre i concerti si sono tenuti nella Parrocchiale di Luserna alta, nel Tempio Valdese di San Germano Chisone e nel Tempio Valdese di Pinerolo, rispettivamente giovedì 17, venerdì 18 e sabato 19 ottobre, per poi mobilitarsi verso la Provincia di Alessandria il giorno successivo, allo scopo di eseguire altri tre concerti a Terzo, Rocca Grimalda e Pontecurone. Ricordo perfettamente di essere pervenuto da Imperia Porto Maurizio, dove risiedevo, in treno, con cambi a Savona, Torino Lingotto e Pinerolo: non ostanti le pessime condizioni atmosferiche (pioggia ed umidità atmosferica insopportabile) sono giunto a destinazione, comodamente, salvo la mancanza della prima classe da Torino Lingotto in poi. Erano gli anni in cui le Ferrovie dello Stato iniziavano il processo d’involuzione e le infami politiche della rete snella avevano già mietuto vittime in termini infrastrutturali, soprattutto ai danni di scali merci, binari d’incrocio e di precedenza, giungendo financo a lasciare un solo binario a Torre Pellice e gestire le circolazioni a spola fin da Bricherasio, mentre, tanto sulla Savona – Torino, quanto sulla Torino Pinerolo – Bricherasio, vigeva il classicissimo blocco elettrico manuale.
… (omissis) …
Scusandomi per l’incomodo arrecato e restando a disposizione per eventuali collaborazioni, in attesa di cortese riscontro, volentieri, colgo l’occasione per inviare i miei più cordiali saluti, non disgiunti dagli auguri di buon lavoro.
Auspico che, anche alla luce dell’emergenza sanitaria attualmente in corso, durante la quale, a causa del blocco della circolazione, l’inquinamento è diminuito in maniera considerevole, si torni a rivalorizzare il treno quale cardine del trasporto terrestre.