CORONAVIRUS, L’APPELLO DI UN GIOVANE PAZIENTE: “STATE A CASA, MI HA STRAVOLTO LA VITA”

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Gianni Zampino, torinese di 40 anni ricoverato a Torino
Gianni Zampino, torinese di 40 anni ricoverato a Torino

di FABIO TANZILLI

TORINO – Un appello importantissimo, di un giovane torinese che da una decina di giorni sta combattendo contro il Coronavirus. Il nostro giornale è entrato in contatto con lui e ci ha autorizzato a pubblicare il video appello e la sua storia.

Gianni Zampino, classe ’79, è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale. Suo padre è morto pochi giorni fa, sempre a causa del Coronavirus. Questa sera Gianni sarà intervistato su RaiUno durante il telegiornale, per diffondere il suo messaggio e far conoscere il dramma che sta vivendo e che pubblichiamo integralmente.

“Scusate la maschera, ma purtroppo non posso parlare senza e non posso respirare senza il suo ausilio – spiega Gianni – di notte invece devo portare un casco che mi permette di respirare. Troppa gente prende sottogamba questo Coronavirus, che personalmente mi ha stravolto la vita da circa 10 giorni”.

“Fino a pochi giorni fa la mia vista scorreva molto rapidamente, con il mio lavoro da responsabile…mi prendevo cura di mio papà e curavo i miei hobby, tra cui tanto sport, amici…una vita normale come tanti ragazzi e uomini della mia età, come voi. Devo dire che anche io come tanti ho sottovalutato questo virus, ho pensato a un discorso politico, a un discorso militare, a una bufala, a tantissime cose, ma sinceramente non ho fatto nulla per andare incontro e prendere questo virus. Invece purtroppo è entrato nel mio corpo e nel frattempo ha ucciso la persona più cara della mia vita, che era mio papà”.

“Tutti dicono che questo virus è una normale influenza e vi posso dire che non è una normale influenza, entra dentro di te, si impossessa di te, ti prende i polmoni, le vie respiratorie”.

“Ma la cosa più brutta è che non è conosciuto, quindi come fai a sconfiggere un avversario che non conosci? C’è troppa ignoranza, troppo poche le informazioni date, e quindi il mio messaggio è di fare veramente attenzione, di stare a casa questi 15 giorni. State con le vostre famiglie, giocate a giochi di società, vedetevi un film, leggete un libro. Ma solo tutti quanti insieme, se seguiamo queste regole, potremo riprendere le nostre video in mano”.

“Dovete capire che non è un gioco: io passo le notti con un respiratore, non riesco a dormire, la mia vita si è stravolta, vorrei che nessuno provasse le sofferenze che sto provando io, questo sembra un film horror, ma purtroppo non lo è”.

In bocca al lupo a Gianni, che con grande coraggio, forza e determinazione sta affrontando questa battaglia contro il virus. Un grosso grazie agli operatori sanitari che instancabilmente, giorno e notte, stanno lavorando senza sosta per salvare la sua vita e quelle di tantissimi altri pazienti.

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