di IVO BLANDINO
POMARETTO – Si sta avvicinando la tradizionale Festa dei Valdesi che sarà lunedì 17 febbraio. Ma in questa ricorrenza che cosa si ricorda? Il 17 febbraio è una festa civile (anche se ha pure un aspetto religioso) e ricorda il 177° anniversario della concessione da parte del re Carlo Alberto degli elementari diritti civili e politici a due minoranze religiose di quell’epoca: i Valdesi e gli Ebrei che per causa del loro credo di fede, non gli era era concesso di accedere ai gradi accademici e militari. Gli onori vanno al re Carlo Alberto che firmò le cosiddette “Lettere Patenti” ma se non ci fossero stati gli artefici di tutto ciò come i marchesi Roberto e Massimo d’Azeglio ed il conte Camillo Benso di Cavour, chissà se ci sarebbe stata questa epocale cambiamento della storia! La notizia arrivò nelle valli valdesi alla sera e fu comunicata da un giovane pastore di Torino J. J. Paranden, il quale a piedi raggiunse le valli valdesi per comunicare la tanto sospirata concessione della libertà. I valdesi presi dalla gioia, accesero immediatamente dei falò per diffondere la notizia. Per cui è tradizione che la sera del 17 febbraio si accenda il falò della gioia, dove ci si ritrova attorno per cantare, per pregare e anche un momento conviviale. A questa festa da un po’ di anni non partecipano solo più i valdesi ma credenti di altre confessioni e anche non credenti. Tra questi è sempre invitato il vescovo di Pinerolo, le autorità politiche, religiose e militari. Ma come vengono preparati questi falò? Ne parliamo con Diego un artefice che fa anni, insieme ad amici e collaboratori, si occupa di preparare il grande falò alto 12 metri a Pomaretto in Val Chisone.
Diego come avviene la costruzione di questa catasta di legna?
“Noi abbiamo la nostra tecnica per costruirlo, lo tracciamo con degli assi di armatura per avere la stessa misura e poi proseguiamo con il materiale fuso fino ad una certa altezza. Per far questo usiamo dei trattori con i forconi e le pinze, quindi da una certa altezza in su, usiamo fascine che abbiamo preparato anche queste con una tecnica che raggiungono la punta. Iniziano la preparazione all’inizio di gennaio, anche perché è un lavoro lungo, il nostro falò è il più alto delle valli valdesi e raggiunge ben 12 metri ed fatto a forma piramidale”.
Se la sera del 16 febbraio è un ritrovo a cui partecipa tantissime gente e ci si ritrova attorno al falò anche con un buon bicchiere di vin brûlé e altro; la mattina del 17 ha un aspetto più religioso, con l’inizio del corteo per le vie del paese. In queste occasioni le donne indossano il loro tipico costume valdese e il corteo termina al tempio per il culto di ringraziamento a Dio. Dopo il culto, pranzo comunitario e intrattenimento con un ospite particolare, alla sera lo spettacolo della filodrammatica valdese. Il 17 febbraio vuole essere una festa si valdese ma aperta a tutti per la libertà di coscienza di tutte le confessioni e idee. fu proprio il 17 febbraio del 1600 che veniva arso vivo in Campo dei Fiori a Roma, il filosofo e predicatore Giordano Bruno, un altra data storica di grande valore e monito per le generazioni future.