INVESTITO AL SEMAFORO: “I 90 SECONDI CHE DISTRUGGONO LA VITA” / L’INCIDENTE DI PINEROLO

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PINEROLO – Pubblichiamo la struggente e importante riflessione che, il 15 novembre, è stata pubblicata sui social dalla compagna di un uomo di 59 anni investito da un’auto a Pinerolo, al semaforo mentre attraversava sulle strisce pedonali incorso Torino, all’angolo piazza Vittorio Veneto. La Smart che l’ha investito non ha rispettato il semaforo rosso.

“Buongiorno. Ieri è passato esattamente un mese dall’incidente che ha coinvolto il mio compagno. Investito sulle strisce al semaforo. È un mese che è in rianimazione al Cto con gravissimi danni cerebrali. Federico non sarà mai più lo stesso.
La nostra vita non sarà mai più la stessa. E tutto questo per un minuto e mezzo di attesa al semaforo.
90 secondi.
Si pensa sempre che le cose brutte capitino agli altri ma non è così ed è necessario che impariamo che non è vero che dobbiamo sempre correre perché siamo di fretta.
Che 90 secondi non sono niente.
E a TUTTI è capitato almeno una volta di accelerare per passare col giallo, di distrarsi col telefono o coi bambini.
Quel singolo atto, che il più delle volte non produce danni e quindi non ci mette sull’attenti, a volte distrugge delle vite.
Non solo quella della vittima ma anche quella dei suoi familiari.
Hollywood ci ha “insegnato” che le persone escono dal coma e sono identiche a prima…beh, non è vero.
Ci vorranno 6 mesi prima che FORSE torni a casa.
Si, è sveglio da un paio di giorni ma non sa parlare, non sa chi siamo il 90% del tempo, non sa deglutire e dovrà reimparare a fare ogni singola cosa che noi diamo per scontata.
Non può mangiare né bere, grattarsi, andare in bagno o girarsi su un fianco.
Tutto per i 90 secondi che chi l’ha investito non poteva aspettare.
90 secondi sugli 86400 secondi che compongono ogni singolo giorno.
Fate attenzione perché l’incidente può capitare a chiunque e quei secondi non potranno più essere cancellati.
Quei secondi distruggeranno la vita di qualcuno ma anche la vostra.
Grazie per l’attenzione”.

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