di IVO BLANDINO
VALLI VALDESI – Il 16 e 17 febbraio, nelle Valli Pellice, Chisone e Germanasca è stato ricordato un evento importante, accaduto proprio il 17 febbraio del 1848, quando il re Carlo Alberto (sospinto dall’idee illuministe dei marchesi Roberto e Massimo d’Azeglio e del conte Camillo Benso di Cavour), firmò le lettere Patenti, l’Editto di Emancipazioni, verso i suoi sudditi di credo valdese, ammettendoli a godere dei diritti civili e politici. Successivamente il 28 marzo ci fu l’emancipazione verso gli ebrei, le due minoranze religiose a quell’epoca, la notizia giunse nelle valli valdesi alla sera, tramite uno studente di teologia Jean Jacques Paranden, la popolazione per comunicare da un paese all’altro accesero centinaia di falò radunandosi attorno ad essi per far festa, furono suonate anche le campane delle chiese, per annunciare la tanto sospirata libertà, dopo secoli di discriminazioni e persecuzioni.
Dopo 176 anni, ogni anno si ripete questa tradizione e centinaia di falò vengono accuratamente preparati con molta maestria, sulle montagne e in città. Quest’anno sono due gli eventi importanti che sono ricordati: l’Editto di Emancipazione del 1848 e l’inizio del movimento valdese. La festa ha avuto inizio la sera del 16 con il suono delle campane dei templi valdesi con l’accensione dei Fuochi, a cui ha partecipato la comunità, la corale, la scuola domenicale, bande, gruppi musicali, autorità, politiche e militari. Al mattino del 17, in alcuni paesi come ad esempio a Pomaretto in Val Chisone e altri, ci sono stati cortei che hanno attraversato le vie della città, con la partecipazione della banda musicale e le donne con il loro tradizionale costume valdese, ed il corteo che si è diretto verso il tempio dove ha avuto luogo un solenne culto di ringraziamento a Dio, per la libertà ricevuta. Dopo il Culto si è tenuto il tradizionale pranzo comunitario con l’immancabile “supa barbetta” tipico piatto della tradizione valdese, a questi eventi vengono sempre invitati ospiti particolari. La giornata si è conclusa alla sera, dove nel teatro valdese è stata rappresentata una commedia. Il 17 febbraio rimane una data molto importante e molto sentita dal popolo valdese, come segno di gratitudine per la cessazione del ghetto alpino, dopo secoli discriminazioni e persecuzioni. Allo stesso tempo può essere una data di libertà per tutti coloro che sono discriminati, e che non possono godere degli elementari diritti di coscienza.