dalla CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO
PEROSA ARGENTINA / POMARETTO – A partire da venerdì 17 fino a domenica 19 giugno a Perosa Argentina e Pomaretto tornerà “Vini all’insù”, una rassegna dedicata alle migliori produzioni vitivinicole dell’arco alpino, patrocinata e sostenuta dalla Città Metropolitana di Torino.
La manifestazione organizzata dall’Unione dei Comuni delle Valli Chisone e Germanasca e dalle amministrazioni comunali di Perosa Argentina e Pomaretto, rientra nel progetto Interreg Alcotra “VI.A. Tour”, naturale evoluzione del precedente progetto della Strada dei Vigneti Alpini, che ha delineato, a partire dal 2017, un percorso virtuale di scoperta della viticoltura di montagna tra Piemonte, Savoia e Valle d’Aosta.
“Vini all’insù” sarà l’occasione per fare il punto su alcuni dei risultati del progetto Strada dei Vigneti Alpini, di cui è stata capofila la Città Metropolitana di Torino; progetto che ha consentito al Comune di Pomaretto di valorizzare un itinerario di turismo enologico, con uno spazio di accoglienza panoramico lungo il Sentiero del Ramìe.
Il programma di “Vini all’insù” si aprirà non a caso alle ore 15 di venerdì 17 giugno al Ciabot di Pomaretto con l’evento dal titolo “Bouquet Alpini”, durante il quale sarà presentato il Tour della Strada dei Vigneti Alpini, alla scoperta dei vini e dei paesaggi vitati della Città Metropolitana di Torino, della Valle d’Aosta e della Savoia.
La mostra mercato dei vini di montagna accompagnata dai banchi di assaggio sarà visitabile sabato 18 e domenica 19 giugno dalle ore 10 fino alle 19.30 nella splendida Villa Willy di Perosa Argentina. Sabato 18 giugno alle ore 16 invece è in programma una degustazione su prenotazione di alcuni dei vini presenti alla rassegna, guidata dal delegato torinese dell’Associazione Italiana Sommellier, Mauro Carosso. Sempre sabato 18, ma alle 11.30 è in programma la degustazione libera intitolata “Il Dahu”, dedicata ai formaggi di montagna in abbinamento con i vini del Pinerolese, a cura dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi (ONAF). Per prenotare le degustazioni occorre contattare il numero telefonico 335-7855023.
Nella giornata di sabato 18 e in quella di domenica 19 giugno a Pomaretto sarà possibile partecipare alle visite guidate ai vigneti eroici del Ramìe, che inizieranno alle ore 15, alle 16 e alle 17. L’aperitivo tra i vigneti del Ramìe sarà servito al Ciabot sabato 18 e domenica 19 alle 19. A Pomaretto la giornata prefestiva si concluderà con il concerto del gruppo Madamè nel complesso degli impianti sportivi.
Alle ore 15 di domenica 19 giugno in piazza Europa a Perosa Argentina prenderà il via lo spettacolo itinerante “I sentieri della storia”, realizzato in collaborazione con l’associazione Poggio Oddone. Di “Cioccolato e Passito” si parlerà invece nella degustazione su prenotazione in programma domenica 19 alle ore 16 a Villa Willy, con la partecipazione dei sommelier Ilario Manfredini e Sandro Gastaut e del delegato dell’Accademia Italiana della Cucina, Alberto Negro. A chiusura delle manifestazioni seguirà il Concerto d’Estate con la presenza della Banda Musicale di Pomaretto che si svolgerà presso il Tempio Valdese alle ore 21.
UNA VITIVINICOLTURA CHE È TRADIZIONE E DIFESA DEL TERRITORIO
Nonostante la crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi dodici anni, quella della riscoperta e valorizzazione del Ramìe nelle valli Chisone e Germanasca è la storia di una piccola iniziativa economica di successo. Le vigne da cui proviene l’uva vinificata nel Ramìe sono state impiantate con grande fatica nei secoli scorsi a una quota tra i 600 e i 900 metri, lungo pendii estremamente ripidi, contraddistinti da terrazzamenti a secco. All’imbocco della Val Germanasca è impossibile non notare le vigne che incombono sulla strada di fondovalle, quasi “strappate” alla montagna, sul versante pietroso esposto a meridione. La tradizione vinicola locale risale all’epoca medievale e, anche se con grande fatica, ha resistito alla diffusione della fillossera alla fine del XIX secolo, per poi rinascere nel secondo dopoguerra raggiungendo discreti livelli qualitativi. Tanto che Luigi Veronelli scrisse a proposito di quello che però chiamò erroneamente “Ramiè”, che aveva un “colore rosso rubino e delicato profumo. Sapore giustamente asciutto, fine, gustoso”.
Il recupero dei terrazzamenti abbandonati e il superamento della produzione per il semplice autoconsumo sono però recenti, anche se la denominazione Doc nell’ambito della famiglia “Pinerolese” risale al 1996. I “profeti” della ricoperta del Ramìe sono stati Daniele Coutandin e l’agriturismo La Chabranda, che furono i primi promotori, insieme all’Assessorato Provinciale all’Agricoltura e Montagna dell’allora Provincia di Torino, che finanziò nel 2003 la costruzione di una monorotaia per facilitare il lavoro e la vendemmia, riprendendo il modello già applicato con successo in Liguria nelle Cinque Terre.
Dal 2009 il Comune di Pomaretto ha promosso la costituzione di un consorzio tra i piccoli contadini che ancora coltivavano le terrazze. Il nome ufficiale della Doc è “Pinerolese Ramìe”, per un prodotto che scaturisce prevalentemente dalla fermentazione delle uve di un vitigno particolare e di estrazione montana come l’Avarengo. A queste uve possono essere aggiunte minori quantità di Neretto di Bairo e Avanà. La vinificazione è stata condotta per tre anni in maniera sperimentale a Chieri, presso l’Istituto Bonafous della Facoltà di agraria dell’Università di Torino. Successivamente il consorzio ha trasferito il processo di trasformazione delle uve in vino all’Istituto Malva Arnaldi di Bibiana.
La collaborazione con l’Università ha consentito al consorzio di migliorare la qualità del vino e di aumentare progressivamente la produzione da 1.000 a 4.000 bottiglie. Il consorzio si occupa della gestione collettiva della vendita del vino e dell’accesso a finanziamenti per la manutenzione dei muri a secco e delle vigne. Oggi il Ramìe è proposto nei bar, nelle osterie e nei ristoranti delle valli Chisone e Germanasca e offre ai turisti un’esperienza aggiuntiva di conoscenza delle eccellenze del territorio.
Per i giovani di Pomaretto, forse, vivere esclusivamente di vitivinicoltura non sarà mai possibile, ma il Ramìe può costituire un’interessante integrazione al reddito e l’occasione per realizzare una manutenzione del territorio che fa bene sia all’ambiente che all’economia locale.