di ROBERTA FONTANA
PINEROLO – A meno di un anno dalle prossime elezioni, il sindaco di Pinerolo Luca Salvai ci apre le porte del suo ufficio per fare un quadro generale della città, analizzando il suo presente e il suo futuro.
Domanda forse insolita, considerando che la sua figura è già nota, ma se dovesse presentarsi oggi ai nostri lettori e non solo, come si presenterebbe?
Avevo in mente uno slogan, “lo stesso entusiasmo, tutt’altra esperienza”. Chi mi conosce sa che sono sempre stato me stesso, cercando il confronto diretto con i cittadini su tutte le problematiche che abbiamo dovuto affrontare in questi anni. A parte l’esperienza che io e i miei collaboratori abbiamo acquisito e l’entusiasmo che da sempre ci contraddistingue, mi presenterei esattamente per come sono, senza troppi voli pindarici. Sono semplicemente così.
Alla luce di quanto appena dichiarato, si sente quindi il Sindaco della gente?
Diciamo di si, o meglio a me piace definirmi così, spero di esserlo, anche se forse non tutti la pensano allo stesso modo. Libertà di pensiero.
Sono trascorsi poco più di quattro anni dall’inizio di questo percorso, com’è nata in lei l’idea di mettersi in gioco e di accettare la candidatura a sindaco?
Questa per me è la seconda volta, nel 2011 ero candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, diciamo che è un interesse, una passione, poi la scelta di ricoprire la massima carica è frutto di valutazioni e considerazioni che tutto il gruppo prende nella sua totalità. Evidentemente a quel tempo ero la persona migliore per ricoprire questo ruolo, hanno deciso di puntare su di
me ed io ho accettato la sfida. Sia chiaro, non si vince solo per il candidato ma, per una serie di fattori, una serie di tasselli che messi uno accanto all’altro ti permettono di raggiungere l’obiettivo.
Vincere le elezioni e governare sono a suo avviso due cose differenti?
È un pensiero del nostro Capogruppo in Consiglio che condivido pienamente. Ci possono essere dei buoni sindaci ma dei pessimi candidati e viceversa. La campagna elettorale funziona su logiche diverse da quelle amministrative. Essere bravi durante la campagna elettorale non è sinonimo di capacità ad amministrare, perché reggere cinque anni in considerazione di problemi e difficoltà che si incontrano, è davvero dura.
Quali sono a suo avviso gli obiettivi pienamente raggiunti e quali invece quelli in forse e che con molta probabilità non riuscirete a portare a termine?
Le cose fatte fino ad oggi sono davvero tante, ma la strada che abbiamo tracciato è stato ciò di più importante che abbiamo fatto. Cinque anni sono pochi se pensiamo che le tempistiche per alcuni progetti sono davvero infinite, pensiamo solo alla messa in sicurezza di tutte le scuole di Pinerolo, è un percorso che richiede come minimo una ventina di anni. Non per questo ci siamo fermati, abbiamo cominciato a cercare i finanziamenti, a lavorare sull’efficientamento energetico e sull’antisismica, è tutto ovviamente abbozzato ma chi verrà dopo di noi sicuramente si troverà oltre che molte cose fatte, anche la possibilità per progettare e programmare tanti interventi futuri.
Istituti scolastici più sicuri e accoglienti. Come pensate di conciliare questo obiettivo con quella che sarà la nuova scuola a partire dal mese di settembre?
Sulle scuole stiamo facendo un gran lavoro per la gestione degli spazi. Abbiamo realizzato interventi sia in termini di sicurezza scolastica, sia in termini di efficentamento energetico. Ogni plesso scolastico riesce a gestirsi internamente gli spazi, quindi non abbiamo troppo bisogno di zone aggiuntive. La conciliazione va trovata e condivisa con i dirigenti scolastici e con il mondo delle istituzioni, noi proprio in questi giorni stiamo facendo un grande lavoro con l’Assessore all’Istruzione e il settore fabbricati del Comune, ci stiamo preparando alla ripresa. Il 14 settembre è una data in cui siamo obbligati a ricominciare, non è una possibilità, è un obiettivo che lo Stato si è dato e che i Comuni devono perseguire.
Rapporto sindaco – cittadino: quante persone accoglie in media nel suo ufficio?
Purtroppo in questo periodo nel periodo post emergenza gli incontri sono stati ridotti. Il mio pensiero condiviso anche dalle opposizioni è che il sindaco di Pinerolo ha una responsabilità che va oltre i confini territoriali. Siamo un centro aggregativo data la presenza di importanti poli attrattivi, commerciale, scolastici e sanitari, siamo i principali azionisti di Acea Pinerolese, abbiamo un dovere più ampio, ecco tutto. Siamo chiamati a fare delle scelte, a sottrarre del tempo a qualcosa per darne di più a qualcos’altro; è una questione di scelte, non parliamo di situazioni più o meno importanti, ma semplicemente diverse tra loro.
Non è semplice come sembra intervistare un sindaco, la banalità delle domande è dietro l’angolo, allora invertiamo per un istante i ruoli, quale domanda farebbe oggi al Sindaco di Pinerolo?
Non saprei, anzi sa cosa le dico? Lo lascerei perdere, non gli farei alcun tipo di domanda. L’esperienza mi ha insegnato a non giudicare ma di aspettare, quindi resterei a guardare, mi renderei utile se necessario ma, sospenderei qualsiasi tipo di giudizio. Molto spesso le motivazioni di alcune scelte sfuggono e il cittadino giudica senza aver compreso a pieno il percorso decisionale che ha portato a fare una scelta piuttosto che un’altra. Mi permetta di fare un esempio. In questi giorni si parla molto di Mes e Recovery Fund, c’è chi loda il Presidente del Consiglio Conte affermando che le sue siano scelte azzeccate, giuste, c’è invece chi lo critica. Nessuno conosce la verità, nessuno sa come andranno le cose e onestamente non me la sento di giudicare, quindi sospendo il giudizio e lascio ai posteri l’ardua sentenza. È il grande paragonato al piccolo, i meccanismi europei cosi come quelli amministrativi, molto spesso sono complessi e se non sono vissuti direttamente non sempre si possono comprendere.
Pinerolo, città sicura e pronta alle emergenze. Cosa può dire in merito a quest’affermazione in relazione anche a quanto accaduto in città nelle ultime settimane?
Il nostro obiettivo di città sicura e pronta alle emergenze era principalmente riferito al discorso Protezione Civile. In questi quattro anni a mio avviso abbiamo fatto un grande lavoro di pianificazione e organizzazione degli uffici. Dopo aver gestito un mezzo terremoto, un’alluvione vera e propria, un’altra mezza alluvione, un incendio in una fabbrica e un incendio boschivo di una certa rilevanza, abbiamo avuto la certezza che i piani della Protezione Civile hanno funzionato alla grande. L’epidemia è un evento calamitoso che va gestito secondo presupposti e con metodologie completamente diverse rispetto ad altre calamità, cambia la logica, cambia la prospettiva, cambiano i percorsi amministrativi, è tutt’altra cosa. È necessario applicare delle misure omogenee su tutto il territorio oppure si rischia che le misure prese da un primo cittadino siano inficiate dal fatto che un altro vicino non abbia fatto nulla, è proprio una logica diversa. L’aspetto invece della microcriminalità è tutt’altra cosa, perché Pinerolo e tutto il Pinerolese è un territorio a bassissima infiltrazione di criminalità organizzata. I problemi ci sono ma non è sicuramente il problema primario di questa città.
Come avete gestito l’emergenza Covid-19 e soprattutto qual è stata la risposta dei cittadini alle richieste avanzate non solo a livello comunale ma a livello nazionale?
I cittadini hanno risposto molto bene, erano norme abbastanza complicate da rispettare, ma posso dire che a Pinerolo hanno prevalso il senso di responsabilità e il senso civico. A mio avviso, alcune misure come ho sempre detto e sostenuto, sono state addirittura esagerate, una su tutte la chiusura dei negozi, oppure il divieto di poter uscire per un giro in bicicletta o una semplice passeggiata in collina. Ritengo di essere stato presente e di aver gestito nel miglior modo possibile la situazione e se posso osare con un paragone calcistico, mi permetto di dire che a fronte di una calamità naturale “conosciuta”, il sindaco che gestisce è quello che decide tutto, è il centravanti, l’immagine della squadra. Durante l’epidemia invece i sindaci hanno fatto più un lavoro da mediano, un lavoro di cucitura tra quelle che erano le norme di fatto emanate dal Governo e dalla Regione e la corretta applicazione sul territorio. Un lavoro meno di immagine, meno in prima linea ma di estrema importanza. Unica nota dolente di tutta questa situazione è purtroppo, il sistema sanitario territoriale che a differenza di quello ospedaliero ha fatto acqua da tutte le parti. Quando una pandemia arriva in ospedale è perché qualcosa non ha funzionato a monte, il monitoraggio sul territorio, il supporto sul territorio da parte dell’igiene pubblica è stato del tutto inesistente.
Il suo pensiero in merito alla situazione epidemiologica oggi.
L’epidemia, la malattia in questo preciso momento non esiste, il Coronavirus non è più un problema. Non ci sono malati, non ci sono nuovi contagi, siamo a zero ricoveri in ospedale su tutto il territorio To3. Ciò a cui dovremmo invece abituarci è l’impossibilità di arrivare al rischio zero. Il rischio zero non può e non potrà mai esistere, pensiamo in autunno dopo la riapertura delle scuole, i bambini sono veicoli di Covid-19, quindi è davvero impossibile raggiungere tale risultato. Quella che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo è un emergenza sanitaria e come tale si deve affrontare, il sistema sanitario ha avuto il tempo per prepararsi, per capire, per affrontare quello che sarà con maggiore consapevolezza.
Metterci sempre la faccia, semplice affermazione o motto di vita?
Ho imparato e questo l’ho imparato sin da subito che un amministratore non deve avere paura del confronto per cercare di far capire anche a chi non la pensa come te, quello che è il tuo punto di vista, è un atteggiamento che nel bene o nel male la gente apprezza. Ricordo la chiusura di piazza Roma del sabato mattina in occasione del mercato, proprio all’inizio del mandato. In tanti erano scontenti, ma il primo sabato mattina ero lì e ci sono stato per più di due ore dove sono stato caricato di critiche. La mia presenza però è stata gradita ed è stata vista come volontà di esporsi, di mettersi sullo stesso piano. È un aspetto di gestione amministrativa, un dialogo che gli amministratori dovrebbero avere e poi la componente principale è sicuramente quella caratteriale, come sei tu. Forse molti si erano fatti l’idea di un sindaco diverso, che magari non riesci ad avvicinare, che non vedi mai, a cui devi correre dietro. Invece io sono così presente, in mezzo alla gente.
Non è di certo un atteggiamento comune.
Se sia comune oppure no, non lo so, questa però è una cosa che ho sempre cercato di fare. Se c’è un problema vengo, se mi incontri per strada mi fermo, non mi tiro indietro, cerco sempre di farci attenzione. Cerco sempre di fare il meglio.
Senza scendere troppo nei particolari, ci sarebbe la voglia di ricandidarsi e se si, pensa che i cittadini esprimerebbero nuovamente una preferenza positiva nei suoi confronti?
Questo non lo so, però posso dirle che la voglia e l’entusiasmo per riprovarci ci sono, perché nonostante la fatica, i momenti di sconforto e le persone che mi sono inimicato, le soddisfazioni mi portano sulla strada del si, perché no. A mio avviso è anche una questione di responsabilità, ovvero, un ciclo amministrativo si chiude a mio avviso in dieci anni e non prima. In questo lasso temporale hai la possibilità di fare anche quel colpo d’ala che magari nella metà del tempo non avresti potuto fare. Nella sua storia, Pinerolo ha avuto due sindaci che sono riusciti a governare per due mandati, Aurelio Bernardi un grande sindaco della Democrazia Cristiano degli anni 60/70 con una giunta di persone capaci, ed è stata questa l’Amministrazione Comunale che fondamentalmente ha dato vita al polo scolastico. La Pinerolo di oggi con i servizi che ha è frutto di quell’amministrazione lì, che ha avuto la possibilità di governare a lungo, e i risultati sono ancora tangibili. Il secondo sindaco è stato Alberto Barbero, il sindaco delle Olimpiadi Invernali. Anche quell’amministrazione è riuscita ad incidere pesantemente sul nostro presente.
E se anche lei avesse a disposizione un altro mandato pensa che potrebbe ottenere qualcosa di più?
Sicuramente si potrebbero portare a termine progetti complessi, che fino ad ora sono solo stati abbozzati. Non so se la gente mi rivoterà, dipende anche dalla proposta che riusciremo a fare, dalla squadra che si presenterà, dipende da tante cose insomma, forse non vincerò le elezioni ma penso di avere le carte in regola per poterci riprovare. Vincere le elezioni in una realtà come Pinerolo è mettere insieme tutta una serie di fattori. Pinerolo non è una piccola cittadina dove metti insieme una lista civica e voti esclusivamente le persone, ma qui si sente molto il riflesso delle politiche nazionali e quindi anche questi sono fattori da valutare per poter ottenere un risultato positivo. Posso dire che il sottoscritto e la squadra che ha amministrato fino adesso, abbiamo le carte in regolare per poterci riprovare, non abbiamo fatto schifo, abbiamo fatto tante cose buone e abbiamo risolto tanti problemi. Io ci credo, poi vincere è un altro discorso.
Concludendo, qual è l’augurio che si sente di fare a se stesso e quale invece vuole rivolgere ai suoi cittadini?
L’augurio che faccio a me stesso è quello di restare sempre me stesso, di non perdere mai quell’entusiasmo che mi ha e ci ha contraddistinto, anche come amministrazione un po’ naif, un po’ sui generis per tanti aspetti e di mantenere quell’atteggiamento e quell’umiltà che sono strettamente necessari per svolgere ed interpretare questo ruolo a pieno. Alla città invece faccio un augurio diverso. La città ha bisogno di riconoscersi in un progetto comune, in un idea di sviluppo comune, questo in tutti i campi. Ho avuto modo di dire al Vescovo in occasione del suo insediamento a Pinerolo e poi ripeterlo tante volte in tantissimi contesti diversi, questa è una città dove ci sono tante persone che hanno voglia di correre, tante persone che hanno voglia di fare, ma corrono tutti quanti in ordine sparso e quindi si fa fatica a concentrare sia le risorse economiche sia le energie in progetti che possano coinvolgere una pluralità di persone e che vadano oltre alla semplice iniziativa promossa dalla piccola associazione. Tante realtà di questa città hanno bisogno di lavorare insieme e di fare dei percorsi comuni perché si sviluppino dei progetti nei quali tutti si possano riconoscere. Questo è l’augurio che faccio alla città, cara Pinerolo, impara a lavorare insieme!