COMUNICATO DEL GRUPPO “PINEROLO CORAGGIOSA”
PINEROLO – Dopo il lancio del progetto promosso da Francesca Costarelli e Lara Pezzano, prosegue la presentazione di altri due candidati che fanno parte della lista: Andrea Fenoglio, film maker che racconta e interpreta la realtà attraverso il documentario e Buba Sillah, di origine gambiana, lavora in un’azienda di agriservizi.
CHI SONO
ANDREA FENOGLIO
Sono cresciuto ai piedi del Frioland, nelle campagne tra Bagnolo Piemonte e Barge. Dopo avere frequentato l’Istituto d’Arte di Saluzzo mi sono dedicato a una serie di lavori, tra i quali anche una fabbrica di serramenti in legno che mi ha fatto capire la mia inadeguatezza all’ambiente chiuso di un capannone. Poi ho fatto un anno di obiezione di coscienza in una casa di accoglienza laica per tossicodipendenti (nel 1998 c’era ancora l’obiezione al servizio militare).
Nello stesso anno ho iniziato il percorso di Laurea in lettere a indirizzo storico-cinematografico a Torino. Poi ho frequentato un anno all’Università di Lisbona per preparare la tesi su uno dei documentaristi digitali più interessanti dell’inizio del secolo: il portoghese Pedro Costa.
Dopo la laurea ho iniziato subito il mestiere di “Documentarista” che per me vuol dire lavorare in modo creativo sull’interpretazione della “realtà”. Negli anni ho unito il mio lavoro a una serie di “secondi lavori”: dai primi call center al tuttofare in alcuni rifugi alpini, dal bracciante della frutta alla “cavia” per testare farmaci in Svizzera.
BIOGRAFIA
Ho al mio attivo diversi progetti culturali e sociali legati al documentario. Mi occupo anche di comunicazione web, marketing culturale, musei interattivi e app culturali. Tra le varie cose in questi anni ho raccontato Nuto Revelli e la memoria contadina, le origini dell’artista svizzero Alberto Giacometti e storie di braccianti africani nelle campagne del cuneese. Proprio su questo argomento ho scritto da poco un romanzo-documentario su due uomini provenienti dall’Africa subsahariana.
Lavori meglio riusciti hanno conseguito alcuni riconoscimenti nei festival del documentario italiano. Con il recente progetto “Attraversare lo specchio” ho iniziato un lavoro culturale anche nel Pinerolese: insieme all’Associazione Cinedehors, propongo il cinema e il documentario come strumenti di “pianificazione territoriale”: tramite la collaborazione con diversi enti del territorio, divulghiamo cambiamenti positivi di sviluppo sostenibile.
Abito a Pinerolo da più di dieci anni, vivo in una famiglia affiatata con una compagna e due bambini.
SOGNO NEL CASSETTO
Mi piacerebbe che il documentario diventasse uno strumento per pianificare scelte politiche condivise con la cittadinanza. Un documentario che, anche attraverso gli strumenti del web, riesca ad appoggiare le istanze di innovazione sociale e di cambiamento positivo che vengono dalla rivoluzione ecologica e digitale che stiamo vivendo. In questa maniera vorrei dare un contributo a scoprire davvero, al di là dei luoghi comuni, cosa significhino concetti complessi come sviluppo sostenibile, innovazione, economia circolare, crescita qualitativa…
Tutte queste cose fanno parte di un cambiamento radicale di paradigma socio-economico di cui il famigerato PIL, Prodotto Interno Lordo, non è più indicatore affidabile. In questo senso mi piacerebbe acquisisse molta più importanza il Benessere Equo e Sostenibile, detto anche BES: un indicatore sviluppato dall’ISTAT che mette in evidenza l’importanza delle relazioni e del rapporto con quello che chiamiamo Natura.
PINEROLO/TERRITORIO/ITALIA
Competizione e cooperazione sono due facce di una stessa medaglia che si chiama collaborazione. Per riuscire a legare il territorio alle politiche nazionali e internazionali, la chiave interpretativa più adatta sono i 17 punti di sviluppo sostenibile stilati nell’agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: sconfiggere fame e povertà, salute per tutti, educazione, eguaglianza di genere, acqua, energia rinnovabile, lavoro dignitoso, innovazione, sostenibilità, economia circolare, cambiamento climatico, rapporto con la natura, pace e collaborazione sono alcuni obiettivi generali che ci aiutano a pensare un territorio legato al pianeta sul quale conviviamo.
Con creatività e positività possiamo affrontare questo momento cruciale per l’umanità con l’obiettivo di cambiare in meglio le nostre vite. Troppo facile a dirsi, il momento è quello giusto per passare ad azioni concrete. La cosa bella è che sul nostro territorio queste azioni sono già intraprese, occorre coltivare interconnessioni forti tra le varie esperienze: creare una realtà sociale, economica e politica sinergica.
BUBA SILLAH
DA DOVE ARRIVO
Arrivo da uno dei più piccoli paesi dell’Africa. Il Gambia. Uno dei più poveri paesi dell’Africa.
CHI SONO
Mi chiamo Buba. Ho 26 anni e questa è la mia storia. Quando avevo 11 anni ho deciso di partire dalla mia amata Africa. La mia famiglia era composta da 19 fratelli (stesso padre, due mamme). La mia famiglia non aveva i soldi per mandarci a scuola. Coltivavamo riso, arachidi, patate, mais. Se pioveva mangiavamo questi alimenti, se non pioveva pativamo la fame.
Così a 11 anni sono partito per cercare lavoro. “Se non hai paura, parti” mi hanno detto i miei genitori. Sono arrivato in Senegal. Alla frontiera la polizia, vedendomi piccolo, mi ha chiesto dove andavo. Ho detto, inventando, che andavo dai miei zii. Un signore anziano mi ha chiesto se volevo fare il muratore. Dopo aver lavorato da lui, nel 2009, sono partito per la Libia. Ho attraversato il Mali, il Burkina Faso. E poi il deserto del Niger per 7 giorni. In pullman e in camion con a bordo tantissima gente. E’ stata dura. Nel deserto faticavi a tenere gli occhi aperti per la polvere.
Arrivo in Libia. Guadagno abbastanza per mandare i soldi alla mia famiglia. Sono riuscito a dare l’opportunità di mandare a scuola tre dei miei fratelli, cosa che io non ho potuto fare.
Nel 2011 in Libia scoppia la guerra. La Primavera Araba. Volevo tornare in Gambia, ma molti che lo hanno fatto li hanno ammazzati. Avevo due alternative: o combattere per Gheddafi o morire. Con altri abbiamo deciso di scappare. Un gommone. La mia salvezza. Ci avevano detto di seguire sempre il nord. Potevi finire in Italia, Malta, Grecia. Non era una nostra scelta. Così sono arrivato a Lampedusa. Il 30 aprile 2011. Erano passati 5 anni da quando avevo salutato la mia famiglia. Ma pur vedendo la terra ferma ad un certo punto il gommone ha avuto problemi, abbiamo lanciato l’allarme con un spara fiamme. Ci sono venuti a soccorrere ma purtroppo alcuni sono affogati. Ho provato a salvarne qualcuno. Da Lampedusa sono andato a Taranto, poi Settimo e infine nella comunità educativa per minori di Vinovo. Ho iniziato a studiare. Ho preso la licenza media.
È stato prodotto un doc-film sulla mia storia, “Muovere la terra”, disponibile su youtube ( https://youtu.be/p8KHnB5HC7g). Oggi abito insieme a mia moglie che è arrivata dal Gambia nel 2020.
Voglio diventare padre di un “bubino”. Ho accolto nella mia casa un ragazzo della comunità educativa dove sono stato per restituire quello che mi è stato dato. Lavoro a tempo indeterminato in un’azienda di agriservizi nell’area verde.
Mi piace il calcio. Mi piace la pasta, anche la bagna cauda.
SOGNI NEL CASSETTO
Studiare. Studiare. Studiare. Migliorarsi sempre.
PINEROLO/TERRITORIO/ITALIA
Sogno una città inclusiva e aperta. Credo di poter portare attraverso il mio vissuto una sensibilità rara che può aiutare nelle scelte strategiche sulla migrazione e sull’integrazione o meglio ancora sull’interrelazione.