SALUTO FASCISTA AL CARNEVALE DI PINEROLO: PARLA IL SINDACO

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dichiarazione del sindaco di Pinerolo LUCA SALVAI sui fatti del Carnevale

PINEROLO – “Chi mi conosce, conosce la mia storia politica e le attività dell’Amministrazione di Pinerolo, sa bene che sono fermamente contrario a qualsiasi idea o gesto di stampo fascista. Condanno quindi senza esitazione l’episodio avvenuto durante il Carnevale di Pinerolo in cui alcuni ragazzi e ragazze – fortunatamente pochi – hanno fatto il saluto romano, gesto che ho potuto vedere in un secondo momento tramite i video diffusi sui social. Allo stesso tempo, sono amareggiato. Dopo anni di attesa, siamo finalmente riusciti a riportare a Pinerolo la grande sfilata dei carri allegorici di Carnevale, un evento complesso e straordinario reso possibile grazie all’impegno della Proloco Pinerolo e di tante persone. È stata una festa di colori, creatività e partecipazione, con carri che hanno veicolato messaggi importanti e positivi, incluso quello di Fossano – Centallo, a cui appartenevano i giovani autori del saluto romano ma che abbiamo ritenuto non meritasse di essere squalificato per le azioni avventate di pochi incoscienti. Eppure, oggi, l’unico racconto che resta sui media riguarda quelli che ho definito “quattro scappati di casa” che, probabilmente senza piena consapevolezza della gravità del loro gesto, hanno oscurato il valore di un evento che meritava di essere esaltato in tutta la sua bellezza. Ancora una volta, le mie parole sono state decontestualizzate e si è colta l’occasione per dare di Pinerolo un’immagine distorta e ingiusta. Come troppo spesso accade, si è scelto di “gettare via il bambino con l’acqua sporca”. Peccato che, in quell’acqua insozzata da quattro mele marce ci fosse un’intera comunità, quella pinerolese, fatta di persone che ogni giorno si impegnano per rendere migliore la città. Ritengo che i ragazzi in questione debbano essere resi consapevoli della gravità del loro gesto ma allo stesso tempo credo che la nostra città meriti di essere raccontata anche per ciò che di bello viene fatto e non come un covo di neofascisti”.

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